Cinque numeri che pesano sul tavolo di Mario Draghi

La situazione che eredita Mario Draghi è molto più grave della pandemia, della crisi economico-sociale e dell’evidente incapacità dei partiti di farvi fronte perché è l’insieme di tutto questo. E il fatto che siamo all’ultima spiaggia, come ragionavo ieri con un amico, non è una buona notizia. Perché se ci giochiamo anche questa, saremo tutti a bagno.

Insomma: stavolta la situazione è grave e anche seria, con buona pace di Ennio Flaiano.

Cinque numeri che possono aiutare a capire le dimensioni del problema e la necessità di costruire una soluzione

-8,9%, il calo del Pil nel 2020

È il dato che prevede per l’Italia l’Istat, pure più ottimista del Fondo Monetario Internazionale (-9,2%). Ma il peggio è nel confronto con il resto del mondo: a livello globale l’anno della pandemia costerà il 3,5%, alla zona euro il 7,2% soprattutto grazie alla Germania, la più abile a contenere i danni (-5,4%).

2.857 miliardi, il debito pubblico che grava sull’Italia

pari a quasi 50mila euro per ogni italiano neonati compresi. Il dato è l’ultimo disponibile ma vecchio (è aggiornato a fine novembre) e superato: basta pensare, come hanno scritto oggi Gianni Trovati e Marco Rogari sul Sole, che il governo Conte ha già attivato debito extra per 426,8 miliardi tra il 2020 e il 2026. È una cifra immensa, quasi il doppio dei fondi che arriveranno all’Italia dal Recovery Plan.

0,55%, il rendimento del BTp a 10 anni

Sembra basso, in assoluto lo è, ma insieme alla Grecia l’Italia è il Paese europeo che paga di più per finanziarsi sul mercato anche in piena inondazione di liquidità. Il danno è duplice: aumenta il gap con i nostri concorrenti ed è triste presagio per il futuro.

420.000, i nati del 2019

Sono 20mila in meno del 2018, e chissà quanti più del 2020 pandemico. L’Italia è sempre più vecchia, e questo è anche uno dei motivi per cui il debito è criminale: il conto aumenta a dismisura proprio mentre si riduce il numero di chi dovrà saldarlo.  Il rapporto tra generazioni è un tema che sta a cuore al premier incaricato, come dimostrato l’estate scorsa, e non è poco.

+2,1%, il balzo di Piazza Affari

Nel primo giorno dell’incarico all’ex presidente della Bce, che intanto ha riportato lo spread ai minimi dal 2015 sotto quota 100. E’ la conferma che i mercati stanno dalla sua parte, bene. O i poteri forti, per chi vuole fare di tutta l’erba un fascio, e un po’ farsi del male.

(nella foto, superMario Draghi in un’opera dello street artist Tvboy realizzata a Barcellona)