Ha parlato di giovani e futuro, Mario Draghi. Che se l’è giocata benissimo nel palcoscenico ideale del Meeting di Rimini. Cattolico ma pragmatico, estivo con vista sull’autunno, informale ma non troppo.
Tecnico che già tutti vedono in politica, tra Palazzo Chigi e il Quirinale, l’ex presidente Bce ha scandito ciò che i politici non possono scandire per non essere tacciati di disfattismo catastrofista. Basta vedere cosa è capitato con la chiusura delle discoteche, figuriamoci a parlare di cose serie.
In realtà colui che ha contributo in misura determinante non solo a salvare l’euro ma anche a impedire la disgregazione dell’Europa ha parlato anche di debito e libertà. Cioè di tutto ciò che rischiamo di non avere domani per le scelte comode che compiamo oggi sotto l’attenuante dell’emergenza.
Ha anche parlato di regole, Draghi. Di quelle che c’erano ieri e sono state sospese, di quelle di domani che per forza di cose saranno molto diverse. La ricerca di un senso di direzione richiede che una riflessione sul loro futuro inizi subito, ha detto.
È un discorso da adulti, questo. Adulti responsabili e pronti a perdere qualcosa, se ai giovani ci tengono davvero.