Il caldo fa brutti scherzi. Ma oggi a Bruxelles la massima era di 22 gradi, quindi il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble doveva essere pienamente in sé quando ha dichiarato che il salvataggio delle popolari venete “è andato molto bene”. Non pago, ha aggiunto che “l’Italia è uscita bene da una situazione difficile”. Schaeuble ha anche definito “gestibili” i rischi legati alle banche in Italia, rilevando che “negli ultimi mesi gli italiani hanno dimostrato di fare bene. Sono fiducioso”.
Ma come, il falco, il rigorista, il bacchettatore per eccellenza dell’italiota disinvoltura in fatto di regole ci fa i complimenti? Ebbene sì. Non per niente, forse, un mio amico mi ha detto che a Biella nel pomeriggio si è scatenato un uragano pseudo tropicale.
Ma tant’è, prendiamo e portiamo a casa. Sarà che 11 anni fa proprio di questi giorni si vinceva il mondiale a Berlino, ma il riconoscimento del ministro tedesco un po’ mi ricorda quella vicenda: l’Italia per una volta nello stupore generale ha dato prova di bel gioco, e si è conquistata i complimenti degli avversari.
Questa volta non si era su un campo da calcio, ma sul terreno molto più noioso e complicato del diritto. Dove l’Italia ha saputo fare una cosa intelligente e raffinata: visto che la direttiva Brrd, quella del famigerato bail in, non consentiva un salvataggio di Stato, si è appellata alla norma – tuttora vigente – che l’aveva ispirata (la comunicazione della Commissione europea del 1° agosto 2013), che – sicuramente non a caso – prevedeva maglie più larghe per gli aiuti di Stato a favore delle banche. In pratica c’era un appiglio, e i tecnici del Tesoro l’hanno saputo trovare e sfruttare, sapendo di avere dalla loro lo spirito della norma, la ratio che aveva ispirato la riforma delle regole europee sul tema.
Quanto costerà il salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca, quanto si vedrà rimborsare lo Stato e quanto sia stato un “regalo” a Intesa Sanpaolo lo scopriremo solo tra qualche anno. Ma nel campo del diritto per una volta abbiamo vinto noi: ce lo ha detto Schauble e di fatto ce l0 ha confermato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, anche lui non propriamente un tenerone nei confronti dell’Italia; ha detto che il salvataggio delle due banche venete in giugno solleva la questione dell’eventuale necessità di cambiare le regole dell’Unione europea sugli aiuti di Stato. Nel dettaglio, ha dichiarato che “la questione è se le regole degli aiuti di Stato, che si applicano in ogni caso, debbano essere adesso modificate”.
Il problema è che probabilmente lui ha in testa un nuovo giro di vite, ma ci penseremo poi.