Da venerdì nero su bianco in Gazzetta Ufficiale, il Decreto Agosto si è confermato bazooka d’agosto. Nel suo articolato lievitato in settimana, è pieno di munizioni che lo Stato intende sparare per fronteggiare una pandemia che dati alla mano è tutt’altro che in ritirata.
D’altronde così fanno tutti, e non c’è alternativa.
Certo è bene ricordare che finché non sarà convertito in legge l’arma è quasi spuntata, anche perché il dibattito parlamentare d’autunno non si annuncia una passeggiata.
Debito, sostegni e stampelle
Poi vale la pena sottolineare che se lo Stato fa è sempre lo Stato che paga, cioè noi. Siamo moralisti e menagrami qui in Kordusio, ma non siamo i soli visto che giusto in settimana Banca d’Italia ci ha ricordato che a giugno il debito pubblico è salito a 2.530,6 miliardi (42.200 a testa, malcontati), e non era manco compreso lo scostamento da altri 25 miliardi arrivato dopo. L’attenzione a come si spende ogni singolo euro è necessaria per mille motivi che non vale la pena di elencare, ma visto che ora lo Stato pare deciso a sostenere con un intervento diretto sul capitale non solo le grandi imprese ma anche le Pmi “strategiche” (?!), allora occhio a non creare un milione di stampelle. Non possiamo permettercele.
Compagnie a terra
Cambiamo, ma non troppo, argomento. Sabato sul Sole abbiamo pubblicato un’interessante fotografia di Mara Monti sullo stato di salute delle compagnie aeree europee. Che è pessimo, ovviamente: in sei mesi le più grandi hanno accumulato 9 miliardi di perdite, concentrate più sulle compagnie tradizionali che sulle low cost, più rapide a riprendersi anche grazie a una rete di collegamenti per lo più a corto-medio raggio. C’è un dato, però, che ha colpito: i 494 voli medi giornalieri, un po’ meno in realtà, effettuati da Lufthansa il 9 agosto. Sembrano tanti, sono in realtà pochissimi: un terzo di quelli (1.479) di un anno fa.
Morale: aerei a terra, costi che corrono e ricavi al palo. Sarà dura e lunga, se è vero – come ormai prevedono in molti – che prima del 2022 o del 2023 noni si tornerà a una normalità comunque diversa da quella di prima. E chissà che ruolo avrà in tutto questo Alitalia, a cui – il solito Dl Agosto – ha raddoppiato da 10 a 20 milioni i costi di (ri)avviamento.
I gusti dei Ferrero
Per non lasciarci troppo amaro in bocca, chiusura in dolcezza: Nutella. Non l’ho mai amata particolarmente (sic!) ma devo essere davvero tra i pochi se è vero che tra gli italiani i Ferrero hanno soppiantato i Del Vecchio nella classifica dei più ricchi di tutti aggiornata lunedì da Bloomberg. E il segreto dell’impero nato ad Alba, come ha rivelato un servizio della stessa Bloomberg, sta nella diversificazione: biscotti, caramelle, cereali. Ormai da quelle parti ce n’è per tutti i gusti e tutti i palati, cosa che resta la miglior polizza sul futuro.
(Nell’immagine Fortnite, al centro di una gustosissima querelle con Apple e Google)