BTp a doppio senso: gli stranieri vendono, gli italiani corrono a comprarli

A marzo, in pieno contagio da Virus e in piena fuga dal rischio, gli investitori esteri hanno venduto 51 miliardi BTp. In tre giorni, da lunedì a oggi, 383mila italiani si sono messi virtualmente in coda per sottoscrivere 14 miliardi di BTp Italia.

Sul fronte dei BTp sono arrivate queste due notizie: una cattiva e prevedibile, l’altra molto buona e non prevista in questa misura. La tentazione è di cullarsi in quella buona e dimenticare quella cattiva, e ci può anche stare.

Ma guardiamo un po’ oltre, giusto un poco.

Il dato di marzo, fornito dalla bilancia dei pagamenti di Bankitalia, ci conferma che mentre il virus si spargeva in tutto il mondo e i mercati – presi alla sprovvista – scaricavano gli asset ritenuti più rischiosi, l’Italia ha pagato un conto – non il solo – tra i più salati in Europa. Morale: il super maxi ombrello della Bce non ci pone del tutto al riparo dalle tempeste. Meglio sperare, ed evitare per quanto è possibile, che si verifichino.

Lo straordinario successo del BTp Italia, che ora conclude il suo collocamento con la giornata dedicata agli investitori istituzionali, capace di attirare così tanti risparmiatori isolati a casa, dimostra che quella del risparmio privato è una leva reale. Che può essere attivata e inserita nella piccola cassetta degli attrezzi a disposizione dello Stato. Però, come ha spiegato bene Vito Lops sul Sole, proprio lo Stato ha comprato a caro prezzo la fiducia dei suoi stessi cittadini, visto che ha offerto un titolo a cinque anni che rende quasi come uno a dieci. Morale: liberi di usare  e di osare, ma con cautela. L’autarchia costa cara.