Il Covid-19 non fa differenze: colpisce le persone più deboli e le economie più fragili. Ecco perché l’Italia, vecchia e spompa, è in cima alla lista dei Paesi più colpiti.
È tutto molto vero, molto umano e fisiologico e proprio non me la sento di giudicarlo. Però un po’ mi fanno pensare i modi scomposti con cui il nostro Paese ha reagito all’epidemia. Che resta tale (e non pandemia, come ha precisato l’Organizzazione mondiale della sanità), ma poco importa: in quel mix di paura e meticolosa opera di prevenzione, in quel parlarsi addosso della politica che intanto è attenta a non esporsi, in quel temere il peggio e intanto sperare che non accada io vedo l’Italia del 2020.
Sguaiatamente critica verso il mondo ma, in fondo, un po’ pessimista su di sè. Per lo più sfiduciata.
Le risorse, le capacità, l’ambizione sono quelli di sempre. Che spesso, per fortuna, prevalgono. Ma questa volta è come se fosse arrivato un colpo basso, che abbiamo visto partire ma non arrivare. E così fa ancora più male.
Le gambe tremano, un po’ abbiamo perso la testa e anche chi cerca di preservare un minimo di lucidità finisce per ritrovarsi travolto da questo surreale clima da coprifuoco, in cui basta uno starnuto a destare sguardi preoccupati.
Cinicamente, anche stavolta l’economia non fa sconti. E sintetizza tutto questo casino in una manciata di numeri: domenica al G20 il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha previsto un impatto sul Pil Italiano dello 0,2%. Che andrebbe a colpire una previsione già stitica, vicina al mezzo punto percentuale, a cui ormai nessuno credeva più già prima dell’allarme rosso.
Eccolo qui, questo corpo provato su cui si è scatenato il virus. Che un po’ ricorda le vittime di questi giorni: anziani, ammalati, convalescenti.
Il piano annunciato dal Governo sembra una di quelle cure ricostituenti a base di farmaci e consigli che il dottore ti deve dare per forza. Dunque ben venga. Ma il paziente, si sa, ci deve credere e mettere del suo. Deve voler guarire. Sennò ogni cura è inutile.
Non vedo grandissime possibilità, ma chissà mai che il paziente Italia si scuota. E sia la volta buona per rimettersi non solo in piedi ma a camminare, se nona correre.