C’è la politica e c’è la propaganda. Ci sono le politiche e ci sono i modi con cui è bene passarle. Tutto va rispettato, ma anche distinto. Cosa che sembra essere chiaramente (e volutamente?) sfuggita nelle ultime ore al Governo, che ha scelto i modi peggiori per comunicare qualcosa di legittimo ma altrettanto delicato: le scelte politiche dell’Italia in materia di bilancio.
E’ inutile equivocare con i mercati il ruolo di garante (di che cosa?) del ministro Tria, è inutile – e sgradevole, forse anzitutto per lui – mandare il premier a Wall Street per tranquillizzare Larry Fink di BlackRock. E’ inutile che il vicepremier Di Maio assicuri sulle intenzioni costruttive dell’Italia.
Sbandierare il 2,4% di deficit/pil a tarda sera dell’ultimo giorno buono per aggiornare il Def è un gesto pericoloso ma ancora prima sbagliato. Che va oltre alla decisione in sé, che poteva essere annunciata con tempi e modalità diverse, ed è distinta dalla partita politica che ora il Governo vuole giocare in Europa (auguri).
Quello che Salvini e Di Maio non vedono, o forse fanno finta di non vedere è che questo annuncio in queste modalità ha solo creato un danno, grande, agli italiani. Il Tesoro ha perso un miliardo dal crollo in Borsa delle sue partecipazioni quotate, lo Stato si prepara a emettere BTp decennali oltre il 3% (i cui interessi si pagheranno fino al 2028), Piazza affari – i grandi fondi, ma anche i piccoli risparmiatori – ha bruciato 20 miliardi in un solo giorno.
Fa effetto pensare che tutto questo sia costato per trovare 7 miliardi di risorse (cioè di debito) in più nel bilancio dello Stato. E’ il costo che si paga quando la politica si confonde ( o si traveste) da propaganda. Ma è un costo che dobbiamo pagare tutti: ricchi e poveri, rossi, gialli e verdi, esodati e futuri beneficiari del reddito di cittadinanza. Lo dobbiamo pagare perché i soldi non te li regala nessuno e i debiti – di questo stiamo parlando, sempre e solo di questo – prima o poi andranno saldati. Ed è un costo che forse avremmo potuto evitare: con più politica e meno propaganda, magari pure con gli stessi contenuti ma con modalità più acconce.
Ma tanto domani è sabato, e ci sarà pure il sole.