Mentre mi vedo offrire un biglietto a/r per Barcellona a 96 euro (con tanto di biscotti-salatini), a Intesa, UniCredit e soprattutto Etihad costerà largo circa un altro miliardo tenere in vita Alitalia. La settimana doveva essere decisiva, lo è stata a metà: il piano firmato dall’ad Cramer Ball prende lentamente forma, non si parla più di Lufthansa, Luigi Gubitosi probabilmente arriverà non per fare l’ad ma il presidente, pur esecutivo. L’impressione è che si litighi ancora in cabina di pilotaggio, ma la paura di schiantarsi – per gli azionisti, i creditori, i manager passati e presenti, la politica, i lavoratori, i fornitori – è tale e tanta che alla fine anche stavolta si troverà una quadra. Costosissima. Tra martedì e mercoledì, forse, il responso definitivo.
Dopo che Mps ha approvato il piano industriale da sottoporre a Commissione europea e Bce (che forse stanno iniziando a capirsi) per essere autorizzata a incassare l’aumento di capitale pubblico, il salvataggio di Veneto Banca e Popolare Vicenza resta tutt’altro che cosa fatta. Se ne è parlato mercoledì in un incontro al Tesoro tra i vertici delle banche e il ministro Padoan: il paracadute pubblico esiste, si è detto, ma non si è certi di poterlo aprire vista la situazione assai compromessa delle due banche. Che prima devono liberarsi della zavorra delle (potenziali) cause legali con i vecchi soci: le due ex popolari hanno proposto una transazione a chi ha perso un sacco di soldi con il deprezzamento delle azioni, ma quando manca solo più metà settimana alla scadenza solo un terzo (circa) ha aderito. Servirebbe l’80% per andare oltre, si è decisa una proroga al 22: senza la pace con i soci, comunque, non si va da nessuna parte.
Tra le tante incertezze che circondano le due banche venete, c’è una certezza: Atlante, che le ha ricapitalizzate per 3,5 miliardi (quasi azzerati) ha fatto molto arrabbiare banche, fondazioni e assicurazioni che ci hanno investito e devono decidere di quanto svalutare la quota in bilancio. E ora non sarà facile decidere dove mettere i due miliardi scarsi che restano.
L’aria di elezioni (che forse arriveranno non così presto) ha stoppato i progetti di privatizzazione dell’alta velocità ferroviaria e di un altro 30% di Poste, e allora il governo Gentiloni starebbe pensando di vendere ai privati direttamente il 15% di Cassa depositi e prestiti. “Inutile agitare i mercati”, ha detto il premier. Che non ha smentito.
Dopo le nozze tra Peugeot e Opel, l’ad di Fca Sergio Marchionne è tornato a lanciare segnali sia a Gm che a Volkswagen: in entrambi i casi è stato respinto, ma io mi ricordo di un amico che a forza di provarci con una ragazza alla fine lei ha ceduto. E l’ha pure sposato, e poi ci ha fatto due figli.
Non posso non appuntarmi che ieri la procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati diverse figure di vertice (del recente passato) nonchè il direttore del Sole 24 Ore, il giornale che mi paga lo stipendio da 10 anni, che mi ha fatto questo blog e dove ho imparato molto da molte persone perbene. Quale grande tristezza.