Tra il 13 e il 17 febbraio, mentre in Europa le borse hanno mediamente guadagnato l’1% (e Milano pure), forse ho capito che
1. UniCredit (+2,06% in settimana) procede placidamente nel più grande aumento di capitale di sempre per l’Italia (13 miliardi). Il ceo Jean Pierre Mustier, comprensibilmente affacendato di questi giorni, giovedì si è comunque ritagliato il tempo per un salto in Piazzetta Cuccia, al patto Mediobanca (“Ci ha fatto una grande cortesia”, ha commentato Alberto Nagel). Evidemente l’asse Mediobanca (+3,27%) – Generali (+3,19%) – Intesa (+1,69%) non è l’ultimo dei pensieri del ceo francese.
2. Dopo lo stop sulle accise, c’è un nuovo scazzo tra Padoan e Renzi, stavolta al capitolo privatizzazioni: il ministro vuole vendere qualche pacchetto di Poste (+0,9%) e Frecce per fare cassa, l’ex premier frena pensando alle elezioni.
3. La strada per il salvataggio delle ex popolari venete è ancora lunga. Giovedì il decreto salva-risparmio è diventato legge: le banche in crisi potranno contare sulla ricapitalizzazione di Stato per i 20 miliardi disponibili. Dopo Mps, candidate naturali sono appunto Popolare Vicenza e Veneto Banca, ma prima – ha spiegato il ceo Fabrizio Viola – è necessario che vada in porto la mediazione con i piccoli soci. Senza uno sfoltimento del rischio di contenzioso, per le banche non c’è paracadute che tenga.
4. Corrado Passera dopo mesi di lavoro dietro le quinte si è deciso a dire la sua, senza mezzi termini: intervistato da Panorama, il manager ed ex ministro denuncia un conto da quasi 30 miliardi di euro per i salvataggi bancari, con i quali “si sarebbe potuto risolvere il problema di tutte le sofferenze, usando strumenti di mercato come incentivi fiscali e contributi intelligenti alle cartolarizzazioni”.
5. C’è voglia di grandi ammucchiate in Europa: i francesi di Psa (Peugeot-Citroen) vorrebbero l’Opel (che appartiene a Gm e una volta alleggerita potrebbe tornare a suscitare le avances di Fca), mentre il gigante americano Kraft ha fatto una proposta da 143 miliardi di dollari ai rivali anglo-olandesi di Unilever, che per ora hanno rifiutato. Nel caso in cui ci ripensassero, il gruppone occuperebbe praticamente la metà degli scaffali di un supermercato: a Kraft fanno capo marchi come Heinz, Plasmon, Philadelphia, mentre Unilever ha Calvè, Knorr, Algida, Lysoform e Dove