Mps, Popolare Vicenza, Veneto Banca, Juve, Fincantieri: settimana scorsa forse ho scoperto che/12

Alla faccia del giorno lavorativo in meno, la settimana è stata tutt’altro che avara di fatti e fetterelli.

Non sarà originale, ma non c’è alternativa: Mps, Popolare di Vicenza e Veneto Banca restano protagoniste indiscusse. In settimana si è materializzato quanto si diceva da tempo: il Monte ha superato la metà del guado, giovedì la Commissione europea ha ufficializzato un accordo di massima con il Tesoro per il piano industriale della banca (a quanto pare l’intesa era stata già raggiunta martedì, ma il 31 era il Visco day), ora c’è da mettere a fuoco qualche dettaglio – che dettaglio rischia di non essere – ma il pericolo della risoluzione pare ormai superato.

Ma se il Monte vede la fine, le venete sono ancora in balìa della corrente. Se ne dicono (anche ai massimi livelli) e se ne scrivono di tutti i colori, dunque la realtà è che si procede a tentoni. Proviamo a mettere in fila le cose:

1. La coppia Bce/Commissione europea chiede 1,25 miliardi di soldi privati in più per il savataggio, ma li pretende prima dell’intervento dello Stato: ovvio che nessuno li voglia mettere, visto che sa di perderli o al massimo di trovarsi azionista di minoranza di una banca a controllo statale.

2. Il ministro Padoan dice che non ci sarà bail in, che gli obbligazionisti saranno tutelati e che si troverà un accordo.

3. Il segretario del Pd Renzi dice che bisogna fare la voce grossa in Europa.

4. Il Tesoro e la Banca d’Italia sono alla ricerca di una via percorribile che a quanto pare passa dalla richiesta di uno sconto a Bce/Dg Comp (6-700 milioni di aumento in più anziché 1,25 miliardi) e alla copertura di quel che resta con capitali privati. E’ nobile e di buon senso, ma ciononostante assai difficile: i negoziatori di Bruxelles e Francoforte non sono la cassiera di un negozio in aria di saldi, e comunque trovare 6-700 milioni non è molto più facile che reperirne il doppio.

Io osservo solo un fatto: se l’alternativa è una risoluzione con serio rischio di bail in, meglio litigare (solo) con l’Europa che con azionisti, obbligazionisti, clienti delle due banche e i mercati.

***

Per restare in tema di banche, c’è un altro bubbone che sta scoppiando. Covava sotto la cenere, ma ora sta per deflagrare il grande casino di Carige, dove l’azionista di riferimento Malacalza – che ha perso più di 200 milioni dei 260 investiti due anni fa – ha sfiduciato il ceo Guido Bastianini reo (a quanto pare) di svendere gli Npl della banca e di ricoprire di commissioni le banche d’affari che dovrebbero occuparsi dell’aumento di capitale da (almeno) 450 milioni per una banca che oggi ne vale meno di 200. Anche a Genova, come a Siena, Vicenza e Montebelluna si scherza con il fuoco: ogni giorno sprecato o peggio ancora a prendersi pubblicamente a sberle è un colpo al cuore della banca, visto che non c’è modo migliore per convincere un cliente a spostarsi là dove l’aria è un po’ più tranquilla.

***

Ora vado dove mi porta il cuore e dunque – facendo finta di non sapere quel che è accaduto a Cardiff – procedo con uno di quelli che solo apparentemente può essere rubricato come fatterello: dal prossimo anno lo stadio della Juventus si chiamerà Allianz Stadium. Non è il primo nè l’ultimo, ma per l’Italia è il debutto per il colosso assicurativo tedesco: la Juve incasserà 6,5 milioni l’anno versati da chi si era attivato per cercare lo sponsor, più altri 1,5 direttamente da Allianz. Più dei soldi, conta il fatto in sé: stride un po’ vedere un marchio tedesco sulla casa della squadra della Fiat (via Exor) e della città di Intesa Sanpaolo (è come se lo stadio di Monaco, anch’esso Allianz, si chiamasse Birra Peroni Stadium), ma così va il calcio e dunque non solo è normale ma c’è da sperare che altri seguano per colmare il gap con gli altri campionati (tra l’altro si tratta di pecunia tedesca, che non guasta). Come dire: prima di raccogliere, a giudicare dalle quattro pappine, ce n’è vuole ancora ma alla Juve si continua a seminare.

***

E già che siamo in tema di Italia contro resto del mondo ecco che Emmanuel Macron ne ha combinata una, mostrandosi evidentemente meno perfetto di quanto pensavamo: l’acquisizione da parte di Fincantieri dei cantieri francesi di Stx è da rivedere, ha detto. Oioioi, qui c’è aria di gollismo, protezionismo o francesismo punto e basta? L’operazione sembrava letteralmente in porto, ma non lo è ancora. Considerato quello (poco) che Fincantieri era pronta a sborsare, forse era davvero un affare.

 

  • Gino |

    “…meglio litigare (solo) con l’Europa che con azionisti, obbligazionisti, clienti delle due banche e i mercati”

    Concordo in pieno.
    Gli azionisti hanno dato troppo, tutto.
    E’ ora che inizi a pagare qualcun altro per queste banche scellerate…

  Post Precedente
Post Successivo